Una riflessione sulla crisi degli adolescenti, sugli interventi educativi e sui legami di famiglia. L’ha organizzata “L’Agorà d’Italia”, cooperativa consortile che ha sede ad Arezzo e diramazioni operative in tutto il centro nord e si è svolta Corinaldo, splendido borgo in provincia di Ancona, dove la cooperativa gestisce una comunità per minori. Ad aprire i lavori è stato il Direttore de L’Agorà d’Italia Roberto Vasai: “Nell’ambito della nostra attività, nelle quali ci occupiamo di anziani, disabili, di case famiglia per autosufficienti e di Rsa, le comunità per minori hanno un ruolo molto importante. Quando abbiamo deciso di organizzare un appuntamento di rilievo nazionale su questo tema non potevamo che pensare a Corinaldo come sede, perché qui c’è un’esperienza di collaborazione tra comunità e realtà che la circonda che è di grande valore. Il recupero dei ragazzi che ospitiamo in comunità passa infatti attraverso le attività culturali e sportive, e qui c’è un tessuto sociale che sa capire questa esigenza”, ha concluso Vasai. Un rapporto confermato anche dal Sindaco, peraltro giovanissimo, di Corinaldo Matteo Principi: “Vi ospitiamo nel nostro teatro, una delle eccellenze della nostra realtà, perché siamo convinti che la cultura debba stare vicino al sociale per avere un vero valore. La bellezza di Corinaldo, universalmente riconosciuta, non è data solo dai suoi monumenti ma anche dalle sue realtà sociali, tra le quali l’Agorà ha un ruolo importante. Siete persone competenti, mettete passione in quello che fate e ci date un grande contributo”, ha affermato il Sindaco. L’intervento che ha aperto i lavori, facendo il punto sulle novità legislative in materia di minori e adolescenti, è stato quello della Senatrice Donella Mattesini, membro della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. “Il nostro obiettivo è quello di costruire un nuovo patto sociale per il benessere dei minori e degli adolescenti, che sostituisca quella sorta di adultocentrismo malato che caratterizza la nostra società di oggi – ha affermato la Senatrice Mattesini. La filosofia che ispira il nuovo piano nazionale per l’infanzia e l’adolescenza è permeata da un vecchio proverbio indiano che dice che per educare un fanciullo serve un villaggio. In questo percorso la comunità deve essere un ponte e non una parentesi nella vita di un minore”. Molti gli interventi e le testimonianze che si sono succedute nella giornata di convegno nella quale si sono confrontati magistrati minorili, psicologi, assistenti sociali, psichiatri, assistenti sociali, rappresentanti delle istituzioni che operano nel settore dell’infanzia e dell’adolescenza. Nel pomeriggio è toccato poi a Daniele Mazzetti il compito di raccontare, per la Cooperativa l’Agorà d’Italia, come è nata l’esperienza di Corinaldo. “In questo territorio collaboravamo già nella gestione di una casa di riposo e ci è stato proposto l’utilizzo di una vecchia scuola abbandonata, che si trova nel cuore del centro storico, per realizzare una comunità per minori – ha raccontato Mazzetti. Si trattava di un investimento abbastanza oneroso, ma abbiamo messo assieme trenta operatori toscani e ottenuto il relativo finanziamento da Banca Etica. La comunità aprì quindi nel 2004 all’inizio pagò il fatto di essere avulsa dal contesto territoriale, tanto che dopo due anni si paventava il rischio della sua chiusura. Il salto di qualità è avvenuto quando siamo riusciti a uscire dall’isolamento e siamo stati accolti dalla cittadinanza, che ha coinvolto i ragazzi nel volontariato, nello sport e anche in esperienze lavorative. Oggi siamo parte di una rete civile e culturale, e solo così una comunità educativa può assolvere al suo ruolo”. Autorevolezza e non autorità nel rapporto con i ragazzi è, come ha spiegato il responsabile scientifico e coordinatore delle comunità de l’Agorà d’Italia, Giovanni Siena, la ricetta giusta per costruire rapporti proficui con i ragazzi. La conclusione della giornata ha visto poi il momento più emozionante quando uno dei ragazzi ospiti della comunità, proveniente dal Ghana, ha raccontato la sua esperienza ma, soprattutto, il suo sogno, quello di fare il medico. Dalle sue parole, lette in quell’italiano che sta imparando in queste settimane, si è colto senza bisogno di ulteriori interventi il senso di quello che il Direttore de L’Agorà d’Italia Roberto Vasai ha definito non un lavoro ma una missione: “E’ questa la filosofia che anima i nostri operatori e che vogliamo che valga in tutte le nostre strutture, in ogni ambito di intervento. Siamo molto soddisfatti dell’esito di questa giornata, che dimostra come dal confronto di buone pratiche possano venire stimoli per chi opera, a tutti i livelli, nel settore del sociale”, ha concluso Vasai.